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La “liberazione”
della Libia: le forze speciali della NATO e al-Qaeda si prendono
per mano
Sono stati commessi
molti crimini di guerra. La NATO ha le mani sporche di sangue.
I capi di governo e i capi di stato dei paesi membri della NATO
sono responsabili di crimini di guerra
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I ribelli ”
pro-democrazia” sono guidati dalle brigate
paramilitari di Al Qaeda sotto la supervisione delle forze speciali della
Nato. La “
liberazione” di Tripoli è stata
condotta da ”ex” membri del Gruppo combattente islamico della
Libia (LIFG).
I jihadisti e la NATO lavorano con la mano nel guanto. Queste “ex”
brigate affiliate di Al Qaeda costituiscono la spina dorsale della ribellione
”
pro-democrazia”. Le forze speciali della NATO passano
inosservate. La loro identità non è nota o svelata. Si fondono
nel paesaggio della ribellione libica di mitragliatrici e pickup. Non
sono evidenziati nelle foto. Queste forze speciali composte dai Navy SEALS
americani, dalle SAS inglesi e dai legionari francesi, mascherati da ribelli
civili, vengono segnalate essere dietro le principali operazioni dirette
contro gli edifici governativi chiave, tra cui Bab al-Aziziya, il compound
di Gheddafi nel centro di Tripoli. Molte relazioni confermano che le SAS
inglesi erano già sul terreno in Libia orientale prima dell’inizio
della campagna aerea.
Le forze speciali sono in stretto coordinamento con le operazioni aeree
della NATO. ”
Unità altamente addestrate, note come squadre
‘Smash’ per le loro abilità e capacità distruttive,
hanno effettuato missioni di ricognizione segreta per fornire informazioni
aggiornate sulle forze armate libiche”.(
SAS ‘Smash’
squads on the ground in Libya to mark targets for coalition jets,
Daily Mirror, March 21, 2011) Le forze speciali della Nato e le brigate
islamiche sponsorizzate dalla CIA sotto il comando di ”ex”
jihadisti costituiscono la spina dorsale della capacità di combattimento
sul terreno, sostenuta dalla campagna aerea, che ora include anche le
incursioni degli elicotteri
Apache. Il resto delle forze ribelli
sono felici uomini armati dal grilletto inesperto (compresi gli adolescenti
– vedi foto sotto), che hanno la funzione di creare un clima di
panico e intimidazione. Quello a cui ci troviamo di fronte è un’operazione
accuratamente pianificata dai servizi segreti militari per invadere e
occupare un paese sovrano.
Uccidere la Verità. Il ruolo dei media occidentali
I media occidentali costituiscono un importante strumento di guerra.
I crimini di guerra della NATO vengono offuscati. La resistenza popolare
contro l’invasione guidata dalla NATO non viene menzionata. Viene
infuso nella coscienza interiore di milioni di persone un racconto di
“liberazione” e ”di forze ribelli di
opposizione pro-democrazia”. Questo prende il nome di ”NATO
Consensus”. Il ”NATO Consensus“, il
quale sostiene il “mandato umanitario” dell’alleanza
atlantica, non può essere contestato. I bombardamenti di aree
civili, cosi come il ruolo di una milizia terrorista, sono banalizzati
o non vengono affatto menzionati. Uccidere la verità è
parte integrante del programma militare. Le realtà vengono capovolte.
La bugia diventa la verità. Si tratta di una dottrina inquisitoria.
Il “NATO consensus” sminuisce di gran lunga l’ Inquisizione
spagnola.
L’invasione criminale e l’occupazione della Libia non sono
menzionate. La vita dei giornalisti indipendenti a Tripoli, che riportano
quanto sta realmente accadendo, è minacciata. Le parole d’
ordine sono ”Liberazione” e “Rivoluzione”
con il mandato della NATO limitato alla R2P (“Responsabilità
di proteggere”). Liberazione o invasione? Camuffando la natura
delle operazioni militari per non parlare delle atrocità della
NATO, i media occidentali hanno contribuito a fornire al Consiglio di
transizione una parvenza di legittimità e riconoscimento internazionale.
Quest’ultimo non sarebbe stato imminente senza il sostegno dei
media occidentali. Le forze speciali della NATO e gli agenti dei servizi
segreti sul terreno sono in collegamento permanente con gli strateghi
militari coinvolti nel coordinamento delle sortite d’attacco della
NATO e dei bombardamenti sulla capitale libica.
Bombardamenti intensivi su Tripoli
Il 27 agosto, la NATO ha riconosciuto la condotta di 20.633 sortite
dal 31 marzo e di 7768 sortite d’attacco. (Queste cifre non includono
i bombardamenti intensivi condotti nelle due settimane precedenti al
31 marzo). Ogni caccia o bombardiere trasporta numerosi missili, razzi,
ecc a seconda della specifica artiglieria del velivolo. Moltiplicate
il numero di sortite d’attacco (7768 dal 31 marzo) per il numero
medio di missili o bombe lanciato da ognuno degli aerei e avrete una
vaga idea delle dimensioni e della portata di questa operazione militare.
Un Dassault Mirage 2000 francese ,per esempio, può trasportare
18 missili sotto le ali. I bombardieri americani B-2 Stealth
sono equipaggiati con bombe anti-bunker. Conformemente al mandato umanitario
della NATO, veniamo informati dai media che queste decine di migliaia
di attacchi non hanno provocato vittime tra i civili (con l’eccezione
di qualche ”danno collaterale”). Non sorprende
che, già a metà aprile, dopo tre settimane di bombardamenti,
l’Alleanza Atlantica ha annunciato che “gli aerei della
NATO impegnati nelle missioni di combattimento in Libia stanno iniziando
ad esaurire le bombe” (UPI, 16 aprile 2011); “La
ragione per cui abbiamo bisogno di più funzionalità, non
è perché non stiamo colpendo ciò che vediamo -
è che così possiamo avere la capacità di farlo”,
ha detto al Post un funzionario della Nato. ”Uno
dei problemi è il tempo di volo, l’altro sono le munizioni.”
(Ibid)
I bombardamenti su Tripoli si sono intensificati nel corso delle ultime
due settimane. Erano destinati a sostenere le operazioni di terra delle
forze speciali e delle brigate islamiche paramilitari guidate dalla
NATO. Con una capacità limitata a terra, gli strateghi della
Nato hanno deciso di intensificare i bombardamenti. Il corrispondente
di Global Research a Tripoli, la cui vita è minacciata
per rivelare i crimini di guerra della Nato, ha descritto un cambiamento
nel modello dei bombardamenti, a partire da metà luglio, con
raid aerei sempre più intensivi che hanno portato poi, il 20
agosto, ad un’invasione di terra. “Fino alle 02:35 CET
[17 luglio], si potevano sentire i rumori stridenti dei caccia su Tripoli.
Le esplosioni hanno innescato un clima di paura e panico in tutta la
città, un toccante effetto psicologico ed emotivo su decine di
migliaia di persone, dai giovani agli anziani. Questo ha inoltre allertato
le persone e le ha condotte ad uscire fuori sui loro balconi, mentre
erano testimoni del bombardamento del loro paese. Una delle esplosioni
ha causato un enorme nube a forma di fungo, indicando l’eventuale
uso di bombe anti-bunker. … C’era qualcosa di insolito nel
modello di queste operazioni di bombardamenti della NATO. I bombardamenti
di questa notte non erano come le altre notti. I suoni erano diversi.
I pennacchi di fumo erano diversi. Nei bombardamenti precedenti il fumo
di solito saliva in verticale, mentre stasera i pennacchi di fumo erano
orizzontali e restavano in sospensione sopra Tripoli con una nube bianca
all’orizzonte. Le persone che non sono state direttamente colpite
dalle bombe, nel raggio di 15 chilometri, avevano bruciore agli occhi,
mal di schiena, mal di testa.” (Mahdi Darius Nazemroaya,
NATO Launches Bombing Blitzkrieg over Tripoli hitting Residential
Areas, Global Research, 17 luglio 2011)
L’uccisione di massa di civili in un contesto di guerra lampo
così come la creazione di un clima generalizzato di panico ha
lo scopo di ridurre la resistenza della popolazione all’invasione
guidata dalla NATO.
Il numero delle vittime
Secondo le fonti del nostro inviato a Tripoli, sarebbe di circa 3000
il numero delle vittime nel corso della scorsa settimana (20-26 agosto).
Gli ospedali sono in uno stato di tumulto, incapaci di soccorrere i
feriti. Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) conferma
che le forniture mediche scarseggiano in tutto il paese. In recenti
sviluppi, l’Unicef ha avvertito della carenza di acqua a causa
dei bombardamenti della NATO sulle infrastrutture idriche in tutto il
paese. ”Questo potrebbe trasformarsi in un’epidemia
sanitaria senza precedenti” ha dichiarato Christian Balslev-Olesen
dell’Unicef di Libia.
Gli aerei da guerra della NATO hanno deliberatamente preso di mira la
veglia pacifica dei libici che erano dentro alcune tende di fronte al
compound di Gheddafi in una strage raccapricciante. I media mainstream
hanno riconosciuto il massacro, pur affermando che la causa di queste
morti erano i colpi di armi da fuoco negli scontri tra lealisti e ribelli.
Le vittime sono: “Le identità dei morti non erano chiare,
ma ,con ogni probabilità erano attivisti che avevano creato una
tendopoli improvvisata per esprimere solidarietà a Gheddafi,
sfidando la campagna di bombardamenti della NATO". (Forbes.com,
25 agosto 2011)
Non si tratta di danni collaterali. Sono stati commessi crimini di guerra.
La NATO ha le mani sporche di sangue. I capi di governo e i capi di
stato dei paesi membri della NATO sono criminali di guerra.
Il ruolo centrale di Al Qaeda nella “liberazione
di Tripoli”
Secondo la CNN, in una logica contorta, i terroristi si sono pentiti:
gli “ex terroristi” ora non sono più ”terroristi”.
Vien detto che il LIFG è stata sciolto. A seguito del loro ripudio
della violenza, questi ex leader del LIFG hanno creato una nuova organizzazione
politica chiamata Movimento islamico per il cambiamento, che secondo
la Cnn ”è impegnata a lavorare all’interno di futuro
processo democratico”. ”Il Movimento islamico libico per
il Cambiamento (Al-Haraka Al-Islamiya AlLibiya Lit-Tahghir),
è costituito da ex membri dell’ ormai defunto [sostenuto
dalla Cia] Gruppo combattente islamico libico (LIFG)”(Reuters,
26 agosto 2011)
Quindi, gli ex ”cattivi ragazzi” (i terroristi)
vengono annunciati come ”bravi ragazzi” impegnati
a ”combattere il terrorismo”. Gli ”ex”
membri del Gruppo combattente islamico della Libia (LIFG) sono descritti
come ”attivisti pro-democrazia”, che “hanno
assunto posizioni di leadership in diverse brigate dei ribelli”.
Il LIFG, affiliato ad Al Qaeda e sostenuto dalla CIA, è
stato trasformato dalla CIA nel Movimento islamico per il Cambiamento
(IMC), che supporta la ribellione pro-democrazia.
Quando è stato sciolto il LIFG?
Con amara ironia, il Gruppo Combattente Islamico della Libia (LIFG)
è stato elencato fino al giugno 2011 dal Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite come reale organizzazione terroristica. Il 21 giugno
2011, l’elenco delle organizzazioni terroristiche è opportunamente
sparito dal sito del Consiglio di sicurezza in attesa del rinnovo del
sito Web. (Vedi
allegato sottostante)
The LIFG entry was included in the (updated
March 24, 2011, accessed April 3, 2011) United Nations Security Council
“terror list” as follows
QE.L.11.01. Name: LIBYAN ISLAMIC FIGHTING GROUP
Name (original script):
A.k.a.: LIFG F.k.a.: na Address: na Listed on: 6 Oct. 2001 (amended
on 5 Mar. 2009)
(The
LIFG Listing is on p. 70, (accessed April 3, 2011, no longer accessible)
Other information: Review pursuant to Security Council resolution 1822
(2008) was concluded on 21 Jun. 2010. The website is down and is currently
being revamped.
Chi guida le Brigate Islamiche della Libia?
Recenti studi confermano ciò che era noto e documentato fin dall’inizio
della ”ribellione” a metà marzo: le posizioni
chiave di comando militare della ribellione sono detenute dagli ”ex”
comandanti del Gruppo Combattente Islamico della Libia (LIFG).
Il comandante dell’ assalto di Tripoli è Abdel Hakim Belhadj,
(noto anche come Abu Abdullah al-Sadeq, Hakim al-Hasidi). Gli è
stato affidata, con l’approvazione della NATO, ”una
delle brigate ribelli più potenti a Tripoli [che] si occupò
degli sforzi dei ribelli all’inizio di questa settimana per prendere
d’assalto il compound Bab al-Azziziyah di Gheddafi, rafforzando
ulteriormente la sua posizione di spicco nelle fila dei ribelli.”
(CNN, op cit) “Sadeeq era una figura ben nota del movimento
jihadista. Ha combattuto il governo sostenuto dai sovietici in Afghanistan
e ha contribuito a fondare [con il supporto della CIA] il Gruppo combattente
islamico della Libia”. (Ibid.) Ma Saddeeq, secondo la CNN,
si è pentito. Non è più un terrorista (cioè
un cattivo ragazzo) "ma una potente voce contro il terrorismo
di Al Qaeda”. (Ibid, enfasi aggiunta) “Nel 2009,
Sadeeq e altri leader del LIFG, ripudiarono formalmente il terrorismo
in stile Al Qaeda e dispersero la loro campagna per rovesciare il regime
libico".
La svolta fu il risultato di due anni di dialogo con il regime mediato
da Benotman [un ex comandante LIFG ora alle dipendenze della Quilliam
Foundation basata a Londra con un mandato nella risoluzione dei conflitti].
La CNN ha intervistato personalità di spicco del LIFG nel carcere
di Abu Salim a Tripoli nel settembre 2009, poco prima che i leader del
gruppo venissero rilasciati. Anche se erano dietro le sbarre della prigione,il
disconoscimento dei leader della violenza sembrava genuino. (Ibid) Secondo
DebkaFile (sito vicino all’intelligence israeliana),
le ”brigate filo-Al Qaeda” guidate dal comandante
del LIFG Abdel Hakim Belhadj costituiscono la forza dominante della
ribellione, ignorando l’autorità del Consiglio di transizione.
Esse sono in controllo di edifici strategici tra cui il compound di
Gheddafi.
“Il capo del LIFG [Abdel Hakim Belhadj] ora si mostra come
”Comandante del Consiglio militare di Tripoli”. Quando gli
è stato chiesto da nostre fonti se prevedeva di passare il controllo
della capitale libica al Consiglio nazionale di transizione, che è
stato riconosciuto dall’Occidente, il combattente jihadista fece
un gesto di licenziamento senza rispondere". (Debka, Le
brigate filo-Al Qaeda controllano le roccaforti di Gheddafi a Tripoli
sequestrate dai ribelli, 28 agosto 2011).
Abdul Hakim Belhhadj ha ricevuto addestramento militare nei campi di
guerriglia dell’Afghanistan patrocinati dalla CIA. Una precedente
relazione suggerisce che egli ha circa 1.000 uomini sotto il proprio
comando. (Libyan rebels at pains to distance themselves from extremists
– The Globe and Mail , 12 marzo 2011)
La coalizione USA-NATO sta armando i jihadisti. Le armi vengono incanalate
verso il LIFG dalla Arabia Saudita, che storicamente, fin dall’inizio
della guerra in Afghanistan, ha segretamente sostenuto Al Qaeda. I sauditi
stanno fornendo ai ribelli, in collaborazione con Washington e Bruxelles,
razzi anticarro e missili terra-aria (Si veda Michel Chossudovsky
“Our Man in Tripoli”: US-NATO Sponsored Islamic Terrorists
Integrate Libya’s Pro-Democracy Opposition, Global Research,
3 April 2011).
Una “democrazia” gestita da terroristi
Altri reports confermano anche che un gran numero di terroristi imprigionati
nel carcere di Abu Salim sono stati liberati dalle forze ribelli. Ora
sono reclutati dalle ex brigate islamiche del LIFG, guidate dagli “ex”
comandanti jihadisti pro-democrazia.
La Jihad islamica della NATO
Ci sono indicazioni che la NATO, in coordinamento con i servizi segreti
occidentali (tra cui il Mossad israeliano), è coinvolta
nel reclutamento di combattenti islamici. Fonti di intelligence israeliane
confermano che la NATO, in cooperazione con la Turchia, sta direttamente
formando e reclutando in diversi Paesi musulmani una nuova generazione
jihadista di “Freedom Fighters”. I Mujahideen,
dopo aver subito la formazione, vengono programmati per partecipare
alle campagne militari “umanitarie” pro democrazia della
NATO. Il rapporto di Debka si riferisce alla Siria, prossima sulla tabella
di marcia militare della NATO: “Le nostre fonti riferiscono
che è una campagna [NATO] per arruolare migliaia di volontari
musulmani nei paesi del Medio Oriente e nel mondo musulmano per combattere
al fianco dei ribelli siriani …” (Debka
File 15 agosto 2011)
Per l’invasione guidata dalla NATO e l’occupazione della
Libia si stanno usando combattenti islamici come spina dorsale per una
presunta transizione alla democrazia.
Considerazioni conclusive
I tragici eventi del 11 / 9 hanno svolto un ruolo chiave nello sviluppare
una massiccia campagna di propaganda orientata a giustificare una ”guerra
al terrorismo” contro il capo di Al Qaeda, Osama bin Laden.
Tuttavia, in tutto il Medio Oriente e in Asia Centrale, l’alleanza
militare occidentale sta utilizzando le brigate islamiche,addestrate
e curate dalla CIA, dall’ MI6 e dal Mossad, per intraprendere
la sua “guerra globale al terrorismo”. La guerra
al terrorismo rappresenta un largo consenso instillato nelle menti di
milioni di persone. Quello che non è noto all’opinione
pubblica occidentale è che la santa crociata dell’Occidente
contro il terrorismo islamico piuttosto che prendere di mira i terroristi
comprende la presenza di terroristi nei suoi ranghi, cioè i “freedom
fighters” di Al Qaeda sono stati integrati nei ranghi delle
operazioni militari dirette da USA-NATO.
State tranquilli, nel caso della Libia, i ribelli sono “bravi
ragazzi”: sono “ex” piuttosto che membri
“attivi” di Al Qaeda. I media occidentali
non hanno segnalato i crimini di guerra commessi dalla NATO. Hanno respinto
con disinvoltura le atrocità della NATO: 8000 sortite d’
attacco rappresentano più di 50.000 missili e bombe lanciate
contro il popolo libico. Ci sono vari modi di nascondere la verità.
Fin dall’inizio della campagna aerea, i media hanno negato l’esistenza
di una guerra. Le sue cause e conseguenze vengono distorte. A sua volta,
una campagna di propaganda efficace richiede che sia fatta obiettivo
la mentalità della gente sui giornali, sulle reti televisive
e on-line. Le persone devono essere distratte dal comprendere la guerra
alla Libia.Le atrocità commesse dalla Nato con il sostegno delle
Nazioni Unite compaiono raramente sulle prime pagine. Il modo migliore
per camuffare la verità? Riorientare le notizie sulla Libia verso
una serie di banali ”punti di discussione”, tra
cui la dimensione della piscina Gheddafi, le sue guardie del corpo femminili,i
suoi interventi plastici, ecc. (The Guardian, 23 agosto 2011)
Quello che non viene elencato dai giornalisti sono i 3000 uomini,donne
e bambini che hanno perso la vita nel corso di una settimana di bombardamenti
Blitzkrieg con l’uso dei più avanzati sistemi
bellici nella storia umana. In questo contesto di menzogne e falsificazioni,
la vita di molti giornalisti indipendenti bloccati a Tripoli, tra cui
Mahdi Darius Nazemroaya di Global Research, viene minacciata,
per aver detto la verità.