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Guerrieri dei “diritti umani”
per l'Impero
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Glen Ford redattore capo di
Black Agenda Report - The journal of African American
political thought and action |
Traduzione di Freebooter |
“Amnesty International e Human Rights Watch
hanno preso posizione nella belligeranza sostenuta da Washington –
la parte dell'Impero". La Siria non ha alternativa che di difendere
ogni metro quadrato del suo territorio. "Minacciata dalla certezza
di attacco sostenuto da una superpotenza sotto la maschera di 'proteggere'
dei civili in territorio "liberato", la Siria non può
permettersi di cedere nemmeno un quartiere di una singola città
– non un isolato! – o qualsiasi enclave rurale o di frontiera,
a ribelli armati ed a jihadisti stranieri".
La maggiore offensiva imperiale dall'invasione dell'Iraq del marzo
del 2003 è in piena attività, sotto la bandiera dell'"intervento
umanitario – aggiornamento diabolicamente abile di Barack Obama
delle guerre "stupide" di George Bush. Non essendo riusciti
ad ottenere la foglia di fico in stile Libia del Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite per un attacco militare "umanitario" contro
la Siria, gli Stati Uniti si spostano senza sforzi ad una campagna globale
“al di fuori del sistema dell'ONU” per allargare la loro
coalizione NATO/regni del Golfo Persico/jihadisti. Prossima fermata:
la Tunisia, dove gli alleati di Washington si raduneranno il 24 febbraio
per affilare i loro coltelli come "Amici della Siria". Il
Dipartimento di Stato USA si è mobilitato per foggiare l'appartenenza
agli "Amici" ed il loro "mandato" – che è
il gergo da signori della guerra per perfezionare un'alleanza ad hoc
per l'assalto criminale alla sovranità della Siria.
Amnesty International e Human Rights Watch stanno tracannando
la birra con i loro compagni bucanieri. Questi guerrieri dei "diritti
umani", con quartier generale nel ventre di imperi passati e presenti,
i loro petti lucenti di medaglie di servizio propagandistico all'aggressione
della superpotenza in Libia, contribuiscono con legittimazione di "sinistra"
al progetto imperiale. Amnesty International, con sede a Londra,
ha tenuto un "giorno d'azione" globale per recintare contro
la Siria per "crimini contro l'umanità" e per accusare
Russia e Cina di utilizzare il loro veto al Consiglio di Sicurezza per
"tradire" il popolo siriano – echeggiando l'isteria
di guerra da Washington, Parigi, Londra e dai porcili reali di Riyadh
e Doha. Human Rights Watch, con sede a New York, ha denunciato
le azioni di Mosca e Beijing come “incendiarie” –
come se non fossero l'impero ed i suoi alleati ad appiccare il fuoco
al Medio Oriente ed all'Africa, armando e finanziando jihadisti –
compresi centinaia di veterani salafiti libici che ora operano in Siria.
Sotto la "intelligente" (rispetto alla "stupida")
tutela imperiale di Obama, i genocidaires coloniali come la Francia
propongono ora la creazione di “corridoi umanitari” all'interno
della Siria "per permettere alle ONG di raggiungere le zone
dove vi sono dei massacri scandalosi". La NATO ha respinto
apertamente un simile corridoio in Libia quando gli africani sub-sahariani
ed i libici neri venivano massacrati dalle milizie armate e finanziate
dagli stessi "Amici" che ora assediano la Siria.
La Turchia afferma di avere respinto, per ora, l'idea di istituire delle
“zone cuscinetto” umanitarie lungo il proprio confine con
la Siria – all'interno del territorio siriano – mentre da
armi, addestramento e santuari ai disertori militari siriani. In realtà,
sono l'esercito siriano e le concentrazioni di blindati sul confine
che hanno ostacolato l'istituzione di un simile "cuscinetto"
– un evidente eufemismo per creare una "zona liberata"
che deve essere "protetta" dalla NATO o da qualche agglomerazione
di forze appoggiata dagli USA.
La NATO, che ha bombardato senza pausa la Libia per sei mesi, infliggendo
decine di migliaia di vittime si è rifiutata di contare un singolo
corpo, vuole disperatamente identificare alcuni frammenti di suolo siriano
sul quale piantare la bandiera "umanitaria" dell'intervento.
Cercano in modo trasparente una Bengasi, per giustificare una ripetizione
dell'operazione libica – il fatto evidente che ha provocato il
veto russo e cinese.
Minacciata dalla certezza di attacco sostenuto da una superpotenza sotto
la maschera di "proteggere" dei civili in territorio "liberato",
la Siria non può permettersi di cedere nemmeno un quartiere di
una singola città – non un isolato! – o qualsiasi
enclave rurale o di frontiera, a ribelli armati ed a jihadisti stranieri.
Quella strada porta direttamente alla perdita di sovranità ed
al possibile sezionamento della Siria – che i saccenti stranieri
chiamano già una nazione "guazzabuglio" che potrebbe
essere uno "stato fallito". Certamente, i francesi ed i britannici
sono esperti nel lottizzare i territori di altri popoli, avendo disegnato
i confini nazionali della regione dopo la Prima Guerra Mondiale. E'
un'affermazione troppo modesta sostenere che Israele sarebbe compiaciuta.
Con gli evidenti successi delle forze armate siriane nel mettere al
sicuro la maggior parte di Homs e di altri centri di ribellione, l'opposizione
armata ha aumentato le tattiche terroristiche – una campagna osservata
con grande allarme dalla Missione degli Osservatori della Lega Araba
in Siria, che ha portato l'Arabia Saudita ed il Qatar a sopprimere il
rapporto della Missione. Invece, gli Stati del Golfo stanno premendo
sulla Lega Araba per "fornire apertamente tutti i tipi di appoggio
politico e materiale" all'opposizione, che significa armi
e, senza dubbio, altri combattenti salafiti. Aleppo, la principale città
commerciale ed industriale della Siria, che in pratica non ha visto
nessuna agitazione, la scorsa settimana è stata colpita da due
mortali autobombe – attività con la firma dell'affiliato
di al Qaeda nel confinante Iraq.
I vari "Amici della Siria", tutti annidati nel bozzolo USA/NATO/Arabia
Saudita/Qatar, ora parlano apertamente di guerra civile totale in Siria
– con la quale intendono aumentato conflitto armato da loro stessi
finanziato e diretto – come l'alternativa preferita alla lotta
prolungata che il regime pare stia vincendo. Vi è un ammonimento:
nessuno "stivale occidentale sul terreno in nessuna forma",
come formulato dal segretario agli esteri britannico William Hague.
E' la formula della Libia e potrebbe anche essere venuta diritta dalla
bocca di Barack Obama.
La Siria sta combattendo per la sua esistenza nazionale contro un ombrello
di forze mobilitate dagli Stati Uniti e dalla NATO. Delle 6.000 o circa
persone che sono morte negli 11 mesi passati, circa un terzo sono stati
soldati e poliziotti siriani – prova statistica positiva che questo
è un assalto armato allo stato. Non vi è nessun dubbio
di massiccio coinvolgimento straniero o che lo scopo della politica
USA sia il cambio di regime, come ripetutamente dichiarato dal segretario
di stato Hillary Clinton (“Assad deve andare,”
ha dichiarato ai giornalisti in Bulgaria).
Amnesty International e Human Rights Watch hanno preso
posizione nella belligeranza sostenuta da Washington – la parte
dell'Impero. Come gruppi più frequentemente associati con (quello
che passa per) la sinistra nei paesi dove hanno il loro quartier generale,
sono dei preziosi alleati dell'attuale offensiva imperiale. Hanno molti
compagni di viaggio nei (ancora, quelli che passano per) circoli pacifisti
nei paesi colonizzatori e neo-colonizzatori. La "sinistra"
francese ha alzato appena un dito quando un milione di algerini sono
morti nella lotta per l'indipendenza e nei 50 anni dopo non si è
provata un alleato efficace dei popoli precedentemente colonizzati.
Tra le potenze imperiali europee, soltanto la cosiddetta Rivoluzione
dei garofani del 1974 in Portogallo, un colpo di stato di giovani ufficiali,
è risultata in consistente sollievo per i sudditi dell'impero:
il ritiro delle truppe dalle colonie africane del Portogallo.
Il movimento pacifista USA ha perduto il suo carattere di massa appena
è stata rimossa la minaccia della leva, agli inizi degli anni
settanta, mentre gli Stati Uniti hanno continuato a bombardare il Vietnam
(ed a mettere alla prova nuove ed esotiche armi sul suo popolo) fino
alla caduta di Saigon, nel 1975. Tutto ciò che sembrava volessero
molti statunitensi di sinistra era di togliersi di dosso i repubblicani,
nel 2008, e al diavolo il resto del mondo. Il democratico Barack Obama
ha rimesso in moto la macchina da guerra imperiale a velocità
più elevata, con appena un pigolio dalla "sinistra".
Vi è stata grande ambivalenza – la parola più educata
che possa raccogliere – tra pretesi di sinistra negli Stati Uniti
ed in Europa per il bombardamento e l'assoggettamento della NATO della
Libia. Qui vi siamo ancora, davanti alle minacce imperiali esistenziali
alla Siria ed all'Iran, mentre quelli di sinistra temporeggiano sui
diritti umani mentre "il maggiore fornitore di violenza oggi
nel mondo" avvampa nuovi sentieri di guerra.
Non vi è nessuna cosa simile ad un attivista pacifista che non
sia anti-imperialista. E l'unico compito di un anti-imperialista nel
ventre della bestia è disarmare la bestia. Mancante questo, è
inutile all'umanità.
Come dicevamo: Siete parte della soluzione – o siete parte del
problema. Amnesty International e Human Rights Watch sono
parte del problema.